Ceramiche in tecnica raku

L’invenzione della tecnica raku è attribuita a un artigiano coreano i nome Chojiro addetto alla produzione di tegole che la sviluppò per realizzare le ciotole della cerimonia del tè. Il termine giapponese raku significa letteralmente “comodo,rilassato,piacevole,gioia di vivere” deriva da un sobborgo dove veniva estratta l’argilla e divenne anche il cognome della stirpe di ceramisti discendenti da Choijro.

Introdotta in occidente, la tecnica ne è uscita stravolta dai principi fondamentali trasformandosi continualmente con l’utilizzo di nuovi elementi atti a ottenere riflessi metallici,cavillature,colori e smalti particolari.

Durante il processo raku, il pezzo foggiato in argilla refrattaria, cotto tra i 950-1000°(biscotto) in seconda cottura subisce uno shock termico dovuto all’estrazione dal forno che, alla temperatura di 1000° viene depositato in un contenitore pieno di materiale combustibile (giornali,segatura, foglie secche) chiudendolo in modo da provocare una riduzione. Il pezzo estratto va lavato in acqua per eliminare i segni della combustione e far emergere sua brillantezza e l’iridescenza.

dal forno al contenitore segatura

ceramiche raku

diverse ceramiche raku

pezzo raku finito

raku con smalti metallici

trasferimento

dal contenitore alla vasca d’acqua

pulizia con acqua

sulla vasca dell’acqua per la pulizia

raku con riflessi metallici

riflessi metallici